
Giustino Pace, Tra democrazia e reazione: fatti e personaggi del Risorgimento nella Terra dei Cinque Borghi, Pescara, 2013, Edizioni Sigraf, pp. 242.
Prosegue con questo libro di Giustino Pace la lunga ricerca delle radici storiche della città di Spoltore. A distanza di oltre 15 anni dalla pubblicazione del volume Spoltore dalle origini all'avvento del fascismo, il rinvenimento di nuove fonti e la rilettura di quelle utilizzate nella sua stesura hanno aiutato l’autore a definire un quadro preciso e particolareggiato degli avvenimenti e dei protagonisti della lotta politica nella prima metà dell'Ottocento nella Terra dei Cinque Borghi ed a farne scoprire di nuovi dei quali fino ad ora non si aveva conoscenza. Giustino Pace, inoltre, non presta l’attenzione solo a quanto accade entro le mura cittadine, con lungimiranza cerca di rinvenire anche i collegamenti della lotta politica locale con i movimenti liberali del tempo in Abruzzo e nel Meridione d’Italia.
«La storia è l'essenza di innumerevoli biografie». La massima dello storico inglese Tommaso Carlyle definisce meglio di ogni altra espressione la vita dei numerosi protagonisti dei quali si parla nel libro. Non sono personaggi accompagnati da fama nazionale, tuttavia per l’autore essi meritano il ricordo e la considerazione per le idee professate, per le energie profuse nella lotta politica cittadina e regionale e le sofferenze patite. La battaglia per gli ideali di democrazia e di libertà spesso ha portato questi patrioti a conoscere il rigore delle prigioni borboniche ed a subire l'ostracismo della burocrazia statale. Uno di loro, Raffaele De Sanctis, mazziniano convinto e combattente della Repubblica Romana del 1849, chiude addirittura la sua vita terrena nel 1852 nel carcere di Città Sant’Angelo dove sconta la condanna a quattro anni di reclusione per ingiurie alla “sacra persona del Re”.
Il volume presenta anche le biografie di due protagonisti del sogno unitario che hanno avuto i natali nella Terra dei Cinque Borghi, ma che il lavoro o la vocazione personale hanno portato a vivere lontano dalla città natia, Nicola Prosperi (1817 - 1888) e padre Tommaso da Spoltore (1803 – 1868): il primo, docente di latino nel seminario diocesano di Penne negli anni giovanili e funzionario di prefettura per il resto della vita, ci ha lasciato, oltre ad alcuni scritti illuminanti sulle condizioni sociali e politiche dell’Italia meridionale negli anni a cavallo del XIX secolo, un Canto all’Italia nel quale affiora una buona cultura umanistica; un frate cappuccino colto e battagliero, il secondo, che già nella metà dell’Ottocento professa idee che solo oggi sono largamente diffuse.
È massima largamente condivisa che un popolo senza radici non abbia futuro. Il patrimonio di eventi e di biografie giunto fino ai giorni nostri non va perciò disperso, ma affidato alle nuove generazioni perché ne facciano tesoro e lo arricchiscano con lo spirito del nostro tempo.