Antiche e recenti costumanze popolari di Spoltore
Presentazione del prof. Walter Tortoreto, dell’Università de L’Aquila
Illustrazioni di Andrea Morelli.
Ecam Lab Edizioni Pescara,2003.
Giustino Pace raccoglie dalla viva voce di decine e decine di anziani le consuetudini, i costumi, le credenze che hanno alimentato la locale cultura, fino a qualche decennio fa prevalentemente contadina: dai falò delle vigilie di numerose ricorrenze religiose all’uso delle campane nella lotta contro i fulmini, dall’utilizzo del "tric – trac" e del "tamorre" nel giorno di Venerdì santo al comparatico di S. Giovanni, dagli ex voto fino alla rievocazione del miracolo della Madonna in epoca saracena, entrata di recente nel calendario delle tradizioni popolari.
Di rilievo sono le numerose pagine dedicate al canto popolare che a Spoltore ha avuto sempre estimatori e praticati. Nella raccolta sono da segnalare numerosi canti del dispetto e d’amore che nei primi anni ’50 del Novecento accompagnavano ancora la fatica dei contadini durante la sarchiatura, la mietitura, la vendemmia e l’abbacchiatura delle olive. Una menzione particolare meritano La storia di Murgette, popolarissima agli inizi del ‘900 e, a quanto pare, se non l’unico, uno dei pochissimi esempi oggi conosciuti in Abruzzo di storia cantata da un cantastorie, i canti della goliardia tra i quali Nu semme di Spuldore, l’inno cittadino, e tre edizioni diverse del S. Antonio, strumentate per banda dal M° Berardino Mutignani, che si eseguivano in città negli anni ’70 dell’Ottocento.